Di cosa si tratta?
Anche nota come Osteocondrosi del tubercolo tibiale, è una condizione dolorosa del ginocchio, che riguarda i bambini nel periodo della crescita.
Si tratta di un’apofisite da trazione sul tubercolo tibiale… ma cosa significa?
Un’apofisi è una sporgenza ossea; il tubercolo tibiale è proprio una sporgenza ossea della tibia situata nella parte antero-inferiore del ginocchio.
Il tubercolo tibiale offre inserzione al tendine rotuleo che lo collega alla rotula. E’ grazie a questo sistema che il quadricipite, con la sua contrazione, riesce ad estendere il ginocchio.
Nella malattia diOsgood-Schlatter vi è un’infiammazione del tubercolo tibiale causata dalla ripetuta trazione esercitata su di esso da parte del tendine rotuleo.
CHI VA INCONTRO A QUESTA PROBLEMATICA?
E’ più comune fra gli 8 ed i 13 anni nelle femmine e fra i 12 ed i 15 nei maschi. Nella maggior parte dei casi coinvolge un solo ginocchio, raramente (20-30% dei casi) è bilaterale.
Riguarda prevalentemente i ragazzi sportivi, specialmente quelli che praticano attività con salti e sprint.
COME VIENE FATTA LA DIAGNOSI?
- STORIA CLINICA:
I ragazzi fra gli 8 e i 15 anni lamentano dolore nella regione anteriore del ginocchio (tuberosità tibiale e porzione distale del tendine rotuleo) durante le attività che implicano salti e corsa e scompare col riposo.
Solo nei casi più complessi il dolore è presente anche a riposo indipendentemente dall’attività fisica. - ESAME FISICO:
Dolorabilità, gonfiore, ispessimento del tendine rotuleo ed aumento di dimensioni della tuberosità tibiale. - INDAGINI RADIOLOGICHE:
La radiografia del ginocchio in proiezione laterale è generalmente l’indagine più utile. Si possono rilevare gonfiore dei tessuti molli anteriori alla tuberosità tibiale, ispessimento del tendine rotuleo, e talvolta dei piccoli ossicini al suo interno.
QUAL E’ IL TRATTAMENTO PIU’ APPROPRIATO?
Fortunatamente si tratta di una malattia AUTOLIMITANTE, ovvero che guarisce spontaneamente col raggiungimento della maturità scheletrica.
Nel frattempo occorre modificare (o sospendere, a seconda della gravità dei sintomi) le attività sportive che causano il dolore. Per mantenere la capacità aerobiche, si possono intensificare attività come nuoto o bicicletta che sono meno traumatiche per la zona dolente.
I processi di guarigione possono essere favoriti da un corretto INTERVENTO FISIOTERAPICO.
Lo stretching del quadricipite e della muscolatura posteriore della coscia è utile per mantenere la mobilità articolare e per rendere la guarigione più veloce.
Anche il rinforzo di quadricipite, ischiocrurali e gastrocnemio dovrebbe essere incluso nel programma riabilitativo.
Durante questo periodo di riposo ed esercizi trova sicuramente spazio il TRATTAMENTO MANIPOLATIVO OSTEOPATICO.
Individuare e correggere le disfunzioni che alterano la biomeccanica del ginocchio durante l’attività sportiva (come anche nella vita quotidiana), permetterà al tendine rotuleo ed all’apofisi tibiale di essere sollecitati secondo delle linee di forza fisiologiche, rendendo la guarigione dei tessuti più rapida e qualitativamente migliore.